La guerra delle immagini mentali: perché quella tra Russia e Ucraina è anche una guerra di linguaggio
Se pensiamo che le guerre si combattano soltanto con i soldati, con le milizie e con i carri armati, ci stiamo sbagliando di grosso. Le guerre, soprattutto nell’era della comunicazione di massa, si combattono anche con le parole, e con particolari categorie di parole: quelle che evocano immagini.
In questo video analizzo le parole di Vladimir Putin, Joe Biden e altri protagonisti di queste giornate di conflitto, sottolineando come le parole e il linguaggio abbiano un potenziale importantissimo nel modificare la nostra percezione del conflitto e dei rischi che corriam
Russia contro Ucraina: la guerra delle immagini mentali
“Conseguenze che non avete mai sperimentato nella vostra storia”, queste le parole utilizzate da Vladimir Putin durante uno dei suoi discorsi. Ma cosa attivano in chi le ascolta? La nostra capacità di fantasizzare, cioè di creare delle immagini mentali.
Ciascuno può attivarle secondo gli scenari peggiori che può avere in mente, sulla base delle proprie caratteristiche personologiche, le proprie caratteristiche di personaltià. Si tratta quindi di un’immagine mentale indefinita, ma che potenzialmente può dare luogo a tante emozioni diverse in funzione delle persone che la ascoltano.
Sempre in questo periodo, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato: “Mosca attaccherà a giorni”, e ha evocato la Terza guerra mondiale. Anche in questo caso possiamo notare l’attivazione di immagini mentali: attraverso le parole faccio visualizzare quello che secondo me succederà, ed evoco anche l’immagine di un’ipotetica terza guerra mondiale, a cui fino a quel momento nessuno aveva ancora pensato.
Un altro esempio è quello del cancelliere tedesco Scholz, che ha dichiarato: “L’Ucraina potrebbe sparire dalle mappe”. Ancora una volta parole che ci fanno immaginare una scena ben precisa: un paese che scompare dalle mappe.
Infine, una delle dichiarazioni più ad alto valore d’immagine di questi giorni è sicuramente quella del ministro russo Lavrov, il quale ha affermato, riferendosi probabilmente a Luigi Di Maio: “La diplomazia non è assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala”.
Notate quante parole concrete vengono utilizzate in questa frase: piatti, esotici, ricevimenti, di gala. In questo modo si genera un’attivazione quasi cinematografica all’interno del nostro cervello, grazie alla quale possiamo rappresentarci perfettamente dei politici che vanno all’estero per assaggiare piatti esotici.
Una guerra combattuta anche attraverso parole che evocano immagini.
Dove e come avviene la creazione di immagini mentali nel nostro cervello?
Nell’ultimo paragrafo ho parlato di cervello, e non a caso. Nella rappresentazione che vi mostro nel video, tratta da uno studio del 2013 che ho citato anche tre anni fa in una conferenza pubblicata su YouTube, potete vedere le aree del cervello che si attivano quando manipoliamo delle immagini mentali, nel caso specifico quando pensiamo a delle figure geometriche in movimento.
Nel momento in cui pensiamo a figure geometriche in movimento si attivano infatti la corteccia visiva (l’area che vedrete nel video colorata di rosso) e il cervelletto (l’area colorata di viola), cioè aree molto simili a quelle che si attivano quando guardiamo per davvero la realtà.
In questo senso possiamo dire che immaginare significa un po’ vedere, e questo concetto è alla base di ciò che sta succedendo negli ultimi giorni. In uno scenario di guerra in cui le parole fanno vedere cose.
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Dott. Patrick Facciolo
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