Guardare troppe notizie sulla guerra ci fa male? Il fenomeno del “Doomscrolling”
In queste ore siamo costantemente alla ricerca di notizie sulla guerra. Questo fenomeno è chiamato doomscrolling, e consiste nel trascorrere una quantità di tempo eccessiva dedicata all’assorbimento di flussi di informazioni negative.
Esiste un modo più funzionale per relazionarci con questa esperienza? Ne parlo in questo video, cercando di individuare alcune soluzioni possibili.
I rischi del “Doomscrolling”
Il termine doomscrolling è stato utilizzato molto soprattutto durante la prima fase della pandemia. Così come sta accadendo oggi per la guerra in Ucraina, eravamo alla continua ricerca di notizie, informazioni e aggiornamenti, che spesso erano (e sono) inevitabilmente negativi.
Ma quali possono essere gli effetti di questa attività sulla nostra mente? Per prima cosa potremmo avere un aumento delle condizioni di stress. Inoltre potrebbe accentuarsi il cosiddetto rimuginio, la tendenza a pensare in maniera ricorrente a quello che sta succedendo.
Questo meccanismo ci può portare ad attivare delle immagini mentali relative non solo a ciò che abbiamo visto, ma anche a quello che potrebbe accadere. Potremmo iniziare a immaginarci degli scenari catastrofici, e in certi casi potrebbe diventare difficile continuare a vivere normalmente la nostra quotidianità.
Alcune possibili soluzioni per relazionarci con questo fenomeno
Quali sono i rimedi a cui possiamo ricorrere per provare a contenere gli effetti del doomscrolling? Prima di tutto abbiamo la possibilità di limitare l’accesso alle notizie a dei momenti specifici, dandoci degli orari precisi durante la giornata, in modo da non essere costantemente esposti alle informazioni in maniera continua.
Un’altra risorsa che abbiamo a nostra disposizione è quella della mindfulness, un termine inglese che traduciamo generalmente con “consapevolezza” e che racchiude una serie di pratiche di meditazione laica che ci possono aiutare a stare di più nel momento presente.
La mindfulness può aiutarci quindi a considerare che un pensiero è soltanto un pensiero e che una previsione catastrofica sul futuro è solo una previsione, che non rispecchia necessariamente la realtà. Questo tipo di pratica ci può aiutare a regolare meglio le nostre emozioni e a rafforzare alcune aree del nostro cervello, tra cui la corteccia prefrontale.
In conclusione, è evidente che negli ultimi tempi siamo sempre più esposti a un gran numero di informazioni. Il punto è che, come abbiamo appena visto, esiste la possibilità di decidere quanto e quando esporci e come relazionarci con esse. Ci vuole un po’ di impegno, ma se utilizziamo al meglio le risorse di cui disponiamo possiamo riuscirci.
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Dott. Patrick Facciolo
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