Giorgia Meloni e l’eccesso di metafore alla convention di Fratelli d’Italia
Poche ore fa si è conclusa la convention di Fratelli d’Italia a Milano. Le metafore che ha utilizzato Giorgia Meloni durante i suoi discorsi sono state efficaci?
Ne parlo in questo video di 3 minuti, tornando ad analizzare il ruolo di questa figura retorica nella comunicazione politica.
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Il discorso di Giorgia Meloni e l’utilizzo delle metafore
Iniziamo la nostra analisi dal passaggio in cui Giorgia Meloni afferma:
“Nel bel mezzo di una tempesta vogliamo essere i primi a indicare la rotta”.
Qual è il problema di questo genere di metafore all’interno della comunicazione politica? Il problema è che si tratta di metafore a cui si ricorre da decenni, ma soprattutto che potrebbero essere utilizzate da chiunque. Non c’è infatti un elemento specifico che le renda distinguibili, e questo è il motivo per cui la stessa metafora potrebbe essere usata indistintamente anche da Giuseppe Conte, dal ministro Speranza, da Enrico Letta o da Matteo Salvini.
Metafore di questo tipo, quelle nautiche o meteorologiche, vengono impiegate praticamente da chiunque in qualsiasi contesto, non fanno la differenza.
Metafore e comunicazione efficace
Giorgia Meloni continua così il suo discorso:
“Noi oggi siamo qui per ribadire le idee chiare con le quali intendiamo attraversare la burrasca che ha spazzato via le certezze di molti, ma non le nostre”.
La tempesta, la rotta, e poi la burrasca: un altro limite che possiamo individuare in questo tipo di comunicazione è che mancano i cosiddetti referenti extralinguistici. Cioè è difficile, quando utilizziamo le metafore, far capire a chi ci ascolta quali sono gli elementi reali a cui si riferiscono le parole che abbiamo utilizzato.
Nel caso specifico, cosa rappresenta la tempesta? Potrebbe trattarsi della guerra tra la Russia e l’Ucraina, della possibile crisi del gas o di quella energetica, dell’aumento dei prezzi. Il campo dei significati possibili di queste parole è così vasto da risultare poco chiaro per chi le ascolta.
Quindi, più utilizziamo una comunicazione metaforica di questo tipo, più diventa difficile per il pubblico capire cosa precisamente intendesse il comunicatore.
Gli slogan (troppo astratti) della convention di Fratelli d’Italia
Lo stesso problema, legato a questi concetti troppo ampi, lo ritroviamo nel titolo della convention:
“Italia, energia da liberare”.
Anche in questo caso, cosa si intende per “energia”? Il gas, l’elettricità, oppure ancora l’energia che mettiamo nella nostra vita di tutti i giorni?
E poi ancora:
“Indipendenza, libertà e crescita”.
Indipendenza da chi o da cosa? Libertà da chi o da cosa, o libertà di cosa? E crescita in che senso? Possiamo notare come tutti questi concetti siano troppo generali per favorire l’emergere di un’immagine mentale ben precisa.
Non è la prima volta che Giorgia Meloni fa uso di metafore all’interno dei suoi discorsi. Ne ho parlato anche qualche mese fa in questo video, analizzando le parole che ha utilizzato in occasione di un suo intervento a Non è l’arena, la trasmissione in onda su La7, e individuando una possibile strategia per favorire una comunicazione più efficace.
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Com’è cambiata la comunicazione del centrodestra
Eppure anni fa il centrodestra sapeva comunicare in modo più chiaro, anche semplicemente attraverso le scritte. In un comizio del 2013, infatti, alle spalle di Silvio Berlusconi campeggiava la scritta:
“Un governo forte oppure elezioni subito”.
E la mia domanda finale riguarda proprio questo aspetto: perché una volta il centrodestra riusciva a utilizzare parole concrete che evocassero immagini, mentre oggi fa molta più fatica?
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