“Le parole creano la realtà”. Ma è davvero così?
In molti sempre più spesso sostengono che le parole creino la nostra realtà. Ma da un punto di vista scientifico e filosofico, è una tesi sostenibile?
Un’obiezione tipica che viene fatta su questo argomento è la seguente: quando proviamo un’emozione forte, e non troviamo le parole per esprimerla, che cosa diciamo? “Non ho le parole, non trovo le parole”, non sappiamo cioè come esprimere questo percepito.
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Video tratto dall’intervento di Patrick Facciolo del 18 giugno 2022 al Web Marketing Festival di Rimini
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Vengono prima le emozioni o il linguaggio che le descrive?
Già questa premessa può farci capire qual è l’a priori tra emozioni e linguaggio. L’a priori è l’emozione che sto provando, che viene prima ancora delle parole che possa esprimerla.
Già questa semplice confutazione ci dimostra che la realtà interna che noi rappresentiamo a noi stessi esiste ancora prima della sua formulazione linguistica. E ne abbiamo consapevolezza ancora prima di avere le parole per descriverla.
Per questo, dire in maniera apodittica (autodimostrativa) che “il linguaggio crea la realtà” è un’affermazione quantomeno da approfondire. Può diventare un argomento oggetto di discussione teoretica e psicologica, ma di certo gli studi sull’argomento sono tutt’altro che conclusi.
L’ipotesi di Sapir-Whorf e il determinismo linguistico
In particolare, già negli anni ’70 una teoria di questo genere è stata formulata nella famosa Ipotesi di Sapir-Whorf. Si tratta di una teoria che ha posto le basi del cosiddetto determinismo linguistico. E che ancora, a 50 anni di distanza, non ha trovato un punto di accordo conclusivo e definitivo tra i ricercatori.
Su YouTube è disponibile una videografica che illustra l’Ipotesi di Sapir-Whorf e i concetti di determinismo linguistico e relativismo linguistico. Nel video viene fatto il celebre esempio della parola tedesca “Schadenfreude” (la gioia per l’insuccesso altrui), che non esiste in molte altre lingue.
Eppure, la percezione di questo stato emotivo è comunque percepibile anche senza il corrispettivo vocabolo nei dizionari di altre lingue: https://youtu.be/K8SCy6lhK6U
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Un’ipotesi è soltanto un’ipotesi
Ricordiamoci inoltre che l’ipotesi di Sapir-Whorf è, per l’appunto, un’ipotesi, e a maggior ragione non va confusa con una teoria. Peraltro, non è la prima volta che frasi di impatto immediato diventano celebri senza una validazione scientifica adeguata. Si pensi per esempio all’ipotesi secondo la quale il cervello non capisce le negazioni (smentita più volte da evidenze scientifiche).
In tutto il mondo ci sono ricercatori che da anni lavorano nelle università su questi temi. A molti di loro, probabilmente, piacerebbe che il loro lavoro non venisse liquidato con poche parole. Possiamo imparare, per questo, ad andare più a fondo nella nostra ricerca su questi temi, anziché dare per certe affermazioni che ancora bisogno della necessaria validazione.
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