Il linguaggio non verbale di Trump dopo l’attentato in Pennsylvania
Donald Trump contravviene con forza alle indicazioni delle sua sicurezza. E ancora sanguinante si rivolge alla folla e col pugno alzato pronuncia ripetutamente “Fight, Fight, Fight!” (combattete, combattete, combattete!).
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La teoria dell’auto-percezione
Ma com’è possibile reagire in maniera così pronta e decisa a un attentato di questo tipo? Ne ho parlato ieri sera in tv nella trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4, analizzando le possibili implicazioni psicologiche intervenute in quei momenti.
Sembra paradossale, eppure alcune persone – specie i personaggi pubblici – hanno la capacità di mostrarsi calme proprio allo scopo di auto-calmarsi e restare in controllo. Anche in situazioni che suggerirebbero il contrario.
In psicologia si chiama teoria dell’auto-percezione. E’ quella teoria secondo cui le persone basano le propria percezione di sé anche attraverso l’osservazione del proprio stesso comportamento.
Le stesse parole di Trump, “Fight, fight, fight!”, sono rivolte al pubblico, ma possono esercitare una risposta neurofisiologica tranquillizzante anche verso sé stesso.
Il locus of control interno e il Perspective taking
Ci sono poi persone dotato di un locus of control interno. Ovvero: “io sono in grado di condizionare gli eventi”, tipico dei leader e dei politici, che altrimenti non sceglierebbero di fare politica). Altre dotate di un locus of control esterno (gli eventi intorno a me sono condizionati solo da fattori esterni).
Rialzarsi subito dopo un attentato di questo tipo può rappresentare proprio il tentativo di riaffermare a sé stessi la percezione di locus of control interno (“Sono ancora io a controllare la situazione”).
E poi c’è il perspective taking. Nonostante la gravità del momento, Trump non perde il senso del contesto: si mette nei panni delle persone spaventate e riesce ancora a rassicurarle. Nonostante l’imminente pericolo per sé e per gli altri.
Il ruolo dell’adrenalina nella risposta istantanea all’attentato
Per finire c’è il fattore adrenalina, che può aiutare a gestire la situazione critica. L’adrenalina è un ormone che fa aumentare la frequenza cardiaca e l’afflusso di sangue ai muscoli. Ed è questo il motivo per cui in una situazione come quella vissuta da Trump c’è una tensione naturale al movimento.
Ecco spiegato come la reazione di Trump sia perfettamente compatibile con ciò che abbiamo visto nelle immagini che stanno facendo il giro del mondo.
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