Italia, 1976: la rivoluzione delle Radio Libere
Cari amici di Parlarealmicrofono.it,
nella formazione di uno speaker radiofonico, oltre alle fondamentali nozioni teoriche e pratiche che gli devono consentire di andare in onda, non dovrebbero mancare alcuni cenni relativi alla storia della radio in Italia, e in modo particolare relativamente al periodo – la fine degli anni Settanta – che ha visto la nascita delle cosiddette “radio libere”, che tanto peso hanno avuto nella rivoluzione radiofonica che ha attraversato in quegli anni il nostro Paese.
La liberalizzazione dell’etere: 1976
Fino al 1976, in Italia, la Rai deteneva il monopolio delle trasmissioni televisive e radiofoniche sul territorio nazionale. In quell’anno, la sentenza della Corte Costituzionale n. 202 del 28 luglio 1976 autorizza le trasmissioni radiofoniche private, sia pur a livello locale, aprendo così la strada alla proliferazione di nuove radio e televisioni su tutto il territorio italiano.
Rivoluzione culturale ma non solo
Da Radio Popolare a Radio Studio 105 (oggi Radio 105 Network), passando per Radio Roma e Radio Radicale, non si contano le emittenti che in quegli anni iniziano a trasmettere da appartamenti, scantinati o piccole stanze, segnando non solo un momento di ribellione politica all’insegna della libertà di espressione, ma anche una vera e propria svolta nel modo di concepire il ruolo della radiofonia: dai notiziari lunghi ed ingessati che caratterizzavano le trasmissioni Rai si passa infatti ad una modalità di conduzione più informale e leggera, si sperimentano nuovi format che rompono con il passato e si concede spazio a temi fino ad allora fuori dal circuito radiofonico ufficiale.