Cosa sono i “registri linguistici”? Qual è il migliore per comunicare in pubblico o sui media?
Uno degli errori che capita di fare quando ci troviamo a preparare un discorso che dovremo tenere in pubblico è quello di non prestare la dovuta attenzione al target al quale ci rivolgeremo, e dunque di sottovalutare l’importanza di adeguare il registro linguistico che adotteremo al destinatario del nostro messaggio. Il successo della comunicazione dipende infatti in grandissima parte dalla capacità dell’emittente di codificare il messaggio in maniera chiara e comprensibile al ricevente; questo significa anche adeguare il registro linguistico utilizzato al tipo di uditorio ed eventualmente anche al medium di trasmissione.
Che cos’è un registro linguistico?
Il registro linguistico può essere definito come la terminologia scelta da un emittente per il suo messaggio. Scegliere un registro linguistico piuttosto che un altro significa non solo preferire dei vocaboli ad altri, ma anche costruire i periodi secondo una certa sintassi e privilegiare delle tonalità espressive rispetto ad altre. Si tratta, insomma, di ponderare la scelta di una serie di elementi in grado di dare un diverso aspetto al nostro discorso, con l’obiettivo di renderlo quanto più possibile adeguato al nostro target di riferimento.
I registri linguistici: classificazioni
Non esiste una classificazione univoca dei registri linguistici, e tuttavia possiamo suddividerli con buona approssimazione in categorie diverse, ognuna delle quali adatta a uno o più contesti specifici. Ciascuno dei registri è adatto a situazioni e interlocutori diversi, così come a diverse forme di diffusione del messaggio. Nella vita di tutti i giorni, ad esempio, può capitare che risulti necessario utilizzare registri diversi nel giro di pochi minuti: durante una normale giornata in ufficio possiamo infatti parlare prima con il nostro superiore diretto, poi scrivere una e-mail di lavoro ad un nostro collega, e ancora trascorrere la pausa pranzo con il capo dell’azienda. È evidente che ciascuna di queste situazioni richiede un diverso modo di affrontare la conversazione, perché diverso è rapporto che abbiamo con gli interlocutori, così come diversi sono i contesti e gli argomenti dei quali discutiamo, e anche la modalità di trasmissione del nostro messaggio.
Quale registro utilizzare per comunicare sui media?
Fra i registri, quello più adatto per comunicare sui mass media – si tratti di giornali, televisione o radio – è probabilmente quello medio. Si tratta infatti di un registro che si colloca ad un livello standard, e che è utilizzato per intrattenere relazioni sociali con amici o conoscenti. È pertanto un registro generalmente adatto a tutti, la scelta migliore per intercettare il maggior numero possibile di interlocutori senza quindi escludere né quelli nei confronti dei quali un registro di livello più elevato finirebbe per essere poco comprensibile, né quelli che valuterebbero fuori luogo l’utilizzo di un registro troppo popolare.
Qualche suggerimento per la scelta del registro più adatto
Scegliere il corretto registro linguistico non è semplice come potrebbe sembrare. Oltre infatti a dover prestare attenzione alla nostra effettiva competenza linguistica – per non correre il rischio di avventurarci in una conversazione utilizzando un registro che non siamo in grado di sostenere – dobbiamo adeguare il nostro livello espressivo al contesto in cui ci troviamo, all’argomento da trattare, al nostro rapporto con l’interlocutore e allo scopo che vogliamo ottenere con la nostra azione comunicativa. Se per esempio ci troviamo a dover discutere la nostra tesi di laurea davanti alla commissione esaminatrice, sarà opportuno utilizzare il registro colto: si tratta infatti di un livello espressivo alto, adatto a rapporti di studio e professionali, e a contesti nei quali si deve convincere un superiore dell’originalità e dell’efficacia del lavoro che stiamo presentando.
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