Che differenza c’è tra uno speaker, un conduttore radiofonico e un doppiatore?
Una delle domande più frequenti a cui capita di rispondere durante i corsi di dizione e speakeraggio riguarda la differenza tra tre figure professionali molto ambite: lo speaker, il conduttore radiofonico e il doppiatore. Facciamo un po’ d’ordine: sebbene tra le attività esistano senz’altro alcuni punti di contatto, è importante cercare di proporre un’ulteriore differenziazione nell’ambito di queste professioni. Schematizzando, esistono:
- Voice over talent (Speaker per audioproduzioni/fuori campo: documentari, filmati industriali, siti web, etc.)
- Speaker/doppiatori pubblicitari (Specializzati nella realizzazione di audio per la pubblicità)
- Speaker radiofonici (Specializzati nella conduzione di programmi radiofonici)
- Public Speaker (Specializzati nella comunicazione in pubblico)
- Doppiatori (Specializzati nel dubbing di produzioni cinematografiche/serie tv/cartoni animati)
Come dicevamo prima, e come abbastanza evidente, esistono senz’altro tratti in comune tra tutte queste mansioni, eppure le competenze che portano i professionisti ad occuparsi di ciascuno di questi ambiti sono molto diverse tra loro. Analizziamole.
Il voice over talent è sostanzialmente un tecnico della parola. Solitamente è un narratore extradiegetico, ovvero racconta i fatti ponendosi al di fuori dalla narrazione stessa, ed è in grado di interpretare una molteplicità di testi sulla base delle indicazioni del committente. Lo stile di lettura che gli viene richiesto spesso è di tipo istituzionale, ovvero autorevole e neutrale rispetto al contenuto da registrare (si pensi ai testi documentaristici).
A differenza del doppiatore, il voice over talent, pur interpretando talvolta il ruolo dei protagoniti del documentario, non opera in sync, ovvero non è necessario che i tempi della sua emissione sonora corrispondano al labiale in video del soggetto originale parlante. Fondamentale la conoscenza e l’uso della dizione corretta.
Lo speaker/doppiatore pubblicitario, si occupa, come da definizione, di produzioni audio dedicate alla pubblicità, radiofonica o televisiva. La competenza principale che è richiesta in questo caso è una buona duttilità della voce, che sia in grado di accontentare le diverse esigenze del committente (lettura istituzionale, brillante, etc.).
In alcuni casi le case di produzione affidano agli speaker pubblicitari turni di registrazione che comprendono molti spot (spesso, in questi casi, a diffusione locale), pertanto abilità di questa figura professionale è anche riuscire a realizzare il prodotto audio in tempi rapidi (“buona la prima”) e stando nel secondaggio indicato (tagli da 15”, 20”, 30”). Nuovamente è fondamentale la conoscenza e l’uso della dizione corretta.
Lo speaker radiofonico, contrariamente alle figure precedenti, non necessita per forza di una preparazione tecnica impeccabile dal punto di vista dell’interpretazione del testo, figurando invece le caratteristiche di intrattenimento personali come determinanti.
La dizione corretta è maggiormente consigliata nel caso dei giornalisti radiofonici e dei conduttori di radio cd. “a flusso”, diventando invece secondaria in contesti radiofonici con massiccia presenza di programmi ben identificabili e in cui la personalità di uno specifico conduttore risultasse determinante. Altra abilità spesso richiesta allo speaker radiofonico è che sia autore dei suoi stessi contenuti, cosa che non accade per doppiatori, voice talent e speaker pubblicitari.
Il Public Speaker è invece la figura preposta alla comunicazione in pubblico in occasione di conferenze, riunioni o contesti con un ampio uditorio. Unisce competenze che riguardano la comunicazione verbale, paraverbale e non verbale (si veda a questo proposito il post: I segreti della comunicazione non verbale).
Condivide con le figure precedenti la gestione e l’uso strategico delle pause nella comunicazione, la modulazione della voce e la dizione corretta. Anche il Public Speaker è spesso autore di se stesso, e cura personalmente la stesura della presentazione e la preparazione degli strumenti di presentazione idonei (slide, proiezioni, etc.).
Il doppiatore si avvicina maggiormente alla figura dell’attore: intepreta dettagliatamente il ruolo di un personaggio in una produzione televisiva o cinematografica (film, serie tv, cartoni animati) e utilizza la tecnica del sync, ovvero la sua emissione sonora deve corrispondere precisamente al labiale del filmato in lingua originale. In un video pubblicato su YouTube l’esempio di un doppiatore professionista all’opera.
Concludendo: professioni impossibili? Difficili sì, impossibili a volte!
Le professioni che abbiamo elencato, così come tutte quelle che riguardano l’universo della voce e dell’intrattenimento, esercitano senza dubbio un fascino non indifferente nei confronti di una certa parte di pubblico. Tuttavia, è importante sottolineare come al momento il mercato sia costituito da un offerta molto ampia di persone disposte a lavorare in questi settori, e da un’offerta di lavoro che al contrario risente degli effetti della crisi, di una maggiore concorrenza e della crescente specializzazione che è necessaria. Inutile dire che i basics per “tentare” la propria strada sono una buona preparazione e competenza linguistica, tanta volontà, parecchia fortuna, ma soprattutto tanta umiltà.
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Dott. Patrick Facciolo
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