Quali sono i font più efficaci in comunicazione?
In uno dei nostri ultimi post abbiamo raccontato la storia del Comic Sans, uno dei caratteri più popolari fra quelli che i programmi di videoscrittura ci mettono a disposizione.
Abbiamo parlato anche delle polemiche che sono seguite al suo utilizzo da parte dei ricercatori del Cern di Ginevra nel documento con il quale hanno presentato al mondo la scoperta del Bosone di Higgs.
Ma qual è il carattere più adatto per preparare le slide di una presentazione in pubblico e, più in generale, quali sono i caratteri più efficaci nei vari contesti della comunicazione?
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Caratteri “con grazie” e “senza grazie”
I caratteri che possiamo scegliere si suddividono in due macrofamiglie: “con grazie” e “senza grazie”, anche detti “a bastoni”.
I primi, che in inglese troviamo classificati sotto la dicitura “Serif”, sono caratterizzati da piccole appendici alle loro estremità. Lo scopo di queste appendici è quello di facilitare il lettore nella fase di passaggio da una lettera all’altra.
I caratteri senza grazie (Sans Serif in inglese), sono invece privi di queste appendici alle estremità. E risultano pertanto caratterizzati da una forma più essenziale e lineare. Ne parlo in questo video.
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Quali caratteri per quale utilizzo
In linea generale, i caratteri con grazie sono utilizzati per i libri e per i giornali. In tutte le occasioni cioè in cui il testo è redatto in caratteri piccoli e le spaziature sono ridotte. Esempi di caratteri con grazie sono Times New Roman, Garamond e Book Antiqua.
Nei miei corsi di Presentation Design, insegno viceversa che i caratteri senza grazie sono maggiormente adatti alle redazione di testi destinati ad essere proiettati. Infatti, si caratterizzano per essere molto più leggibili a distanza rispetto ai caratteri con grazie. Ecco dunque che per le nostre slide sarà sempre opportuno scegliere un carattere senza grazie. Ad esempio Helvetica, Arial, Tahoma o Verdana.
I caratteri senza grazie sono inoltre indicati per la comunicazione televisiva e per il web. Nel primo caso per evitare effetti di “sfarfallamento” sullo schermo, nel secondo per favorire ancora una volta la leggibilità del testo.
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C’è differenza nella scelta del carattere tra Public Speaking in presenza e da remoto?
Anche all’interno dei miei corsi online di Public Speaking cerco di spiegare la differenza tra caratteri con grazie e senza grazie. E questo per un motivo molto semplice: a maggior ragione quando abbiamo a che fare con risoluzioni dello schermo differenti, e con una fruizione del contenuto che può avvenire da dispositivi mobile (smartphone di varie dimensioni ad esempio), la chiarezza del carattere è fondamentale.
Ne ho parlato in questo video che ho pubblicato su YouTube.
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E la dimensione?
Un’altra annosa questione riguarda la dimensione corretta dei testi. In linea generale, dovremmo considerare a che distanza il pubblico assisterà alla presentazione. E ovviamente tener conto di quali sono le dimensioni dello schermo su cui la proietteremo.
Non esiste ad ogni modo una regola specifica. Microsoft, nella guida in linea al suo software PowerPoint, suggerisce che un carattere alto 2,5 centimetri è leggibile da una distanza massima di 3 metri. Ma si tratta di un’indicazione valida per la visualizzazione standard sullo schermo di un computer. Non per una presentazione proiettata.
Le impostazioni predefinite di PowerPoint, ad ogni modo, prevedono una dimensione pari a 44 punti per i titoli delle slide e a 32 punti per le caselle di testo. Si tratta di dimensioni sufficienti per poter leggere agevolmente un testo proiettato in un piccolo auditorium.
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