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Cos’è la comunicazione? Perché comunichiamo?

Cos’è la comunicazione? Perché comunichiamo?

Quali sono gli elementi fondamentali della comunicazione? Il primo è l’emittente, ovvero la persona che emette il messaggio. Vi è poi il ricevente, colui che riceve il messaggio. Quest’ultimo, invece, rappresenta il corpo della comunicazione.

Il referente è lo scopo, l’argomento della comunicazione. Ogni comunicazione ha poi un codice che racchiude l’insieme delle regole utilizzate per comunicare, mentre il canale è lo strumento della comunicazione stessa.

Possiamo definire la comunicazione come una catena dove il primo anello, elemento chiave di emissione del messaggio, è l’emittente , il quale, attraverso un canale di emissione, invia il corpo della conversazione, il messaggio, che a sua volta contiene un referente, o un argomento, ed è strutturato secondo un codice. Infine, attraverso un canale di ricezione, il ricevente recepisce il messaggio inviato dall’emittente.

Perché comunichiamo?

La risposta a questo interrogativo si può articolare in 8 funzioni di base, attorno alle quali si sviluppa l’attività di relazione umana. La prima che elenchiamo è la Funzione strumentale, che corrisponde al compiere o realizzare qualche cosa. In una società come quella attuale così altamente specializzata, questa funzione è imprescindibile. La  funzione strumentale ci consente di chiacchierare, di lavorare, di avere relazioni.

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Media e rischio imitazione: attenzione selettiva ed effetto Werther

Media e rischio imitazione: attenzione selettiva ed effetto Werther

In un post pubblicato alcuni mesi fa ci siamo occupati di come i processi di apprendimento che il nostro cervello mette in atto nel momento in cui ascolta un discorso si caratterizzano per gradi diversi di attenzione. In quell’occasione, abbiamo chiarito cosa si intende con effetto primacy ed effetto recency. Oggi ci occupiamo invece del fenomeno dell’attenzione selettiva e del cosiddetto “effetto Werther”. Un tema che ci porta direttamente a riflettere anche sui mass media e sulla selezione delle notizie.

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Come creare una Privacy Policy per il proprio sito internet

Come creare una Privacy Policy per il proprio sito internet

Cari amici di Parlarealmicrofono.it,

da tempo anche per Internet è arrivato il momento di privacy policy (ovvero l’abituale informativa sulla privacy che troviamo su tantissimi documenti e siti web). Se ne sente parlare sempre di più, non solo per i siti web ma anche per il mondo di Facebook. In sintesi possiamo definirla come un documento che informa gli utenti relativamente al trattamento dei loro dati personali. E’ obbligatoria  quando il sito web raccoglie, per motivi diversi, dati personali (es. e-mail), quando i dati sono raccolti per fini non esclusivamente personali e quando un terzo soggetto è coinvolto del trattamento e/o utilizzo dei dati. In realtà in Italia molti siti la impostano facendo un copia–incolla da altri siti. Del resto, fino a qualche tempo fa, l’alternativa al copia-incolla era quella di incaricare un avvocato oppure “inventarsi legali” e redigerla in modo autonomo senza conoscere la materia.

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Cos’è l’Auditel e come si calcolano gli ascolti televisivi

Cos’è l’Auditel e come si calcolano gli ascolti televisivi

In tv e sui giornali si sente sempre più spesso parlare di dati di ascolto, i dati Auditel. Ma concetamente: cos’è l’Auditel? Auditel viene costituita il 3 luglio 1984 ed ha per oggetto la rilevazione imparziale ed oggettiva dell’ascolto TV in Italia e la diffusione sistematica dei dati.

I motivi che hanno contribuito alla creazione di questo istituto sono legati da un lato alla crescente pluralità delle emittente televisive, dall’altro alla necessità di certezze legate al mondo pubblicitario e, non da ultimo, alla trasparenza nella diffusione dei dati stessi. La rilevazione avviene tramite il meter, di cui parleremo più esaustivamente tra poco.

Cosa misura esattamente l’Auditel?

Vengono misurati gli ascolti televisivi, minuto per minuto, relativi a programmi, break e spot pubblicitari trasmessi dalle emittenti nazionali e locali in Italia. Le informazioni rilevate riguardano: l’audience media, ovvero il numero medio di telespettatori di un programma e può essere relativa ad un periodo (giorno, mese, anno..), una fascia oraria, un singolo programma, uno spot.

Poi c’è lo share, il rapporto percentuale tra gli ascoltatori di una certa emittente e il totale degli ascoltatori che stanno guardando qualunque altro programma sulle diversi reti. La penetrazione, invece, è il rapporto percentuale tra gli ascoltatori di una certa categoria e il loro universo statistico di riferimento. Ad esempio, quanti uomini di 40 anni vedono quale programma rispetto al totale dei quarantenni che non guardano la televisione in quel momento.

I contatti netti rappresentano tutte le persone, diverse fra loro, che vedono almeno un minuto di un certo programma. Si contano una sola volta. Dai dati si ottengo anche i minuti visti, ovvero il numero medio di minuti visti dai telespettatori per ogni programma. Un altro indicatore è la permanenza, che indica la fedeltà di visione. Si ottiene come rapporto

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