Archives

Written by
Quali sono i contenuti che gli ascoltatori ricordano di più? L’effetto primacy e l’effetto recency

Quali sono i contenuti che gli ascoltatori ricordano di più? L’effetto primacy e l’effetto recency

A tutti noi è capitato di seguire una lezione a scuola, un programma televisivo o radiofonico, o ancora un intervento in un convegno, e di provare dopo solo pochi minuti la sgradevole sensazione di ricordare solo una parte di quanto abbiamo ascoltato nel corso degli istanti precedenti.

Questo fenomeno non è soltanto dovuto alla nostra pigrizia di ascoltatori o allo scarso interesse di quanto ci viene trasmesso: si tratta infatti di una situazione che ha una spiegazione scientifica. Tipicamente, quando ci viene presentata una serie di elementi, la normale tendenza è quella di ricordare più facilmente i primi e gli ultimi, mentre facciamo più fatica a tenere a mente quelli che ci sono stati esposti nella parte centrale del discorso che abbiamo appena ascoltato. Questi fenomeni cognitivi sono detti, rispettivamente, “effetto primacy” ed “effetto recency”.

Continua a leggere →
Quando il cinema parla di radio. Dieci “radio-movies” raccontati da Silvia Venturi

Quando il cinema parla di radio. Dieci “radio-movies” raccontati da Silvia Venturi

Cari amici di Parlarealmicrofono.it,

non di rado il cinema e la radio sono considerati due mondi contrapposti e inconciliabili: il primo basa tutta la sua forza sulla spettacolarità delle immagini, giovandosi del grande schermo e, soprattutto negli ultimi anni, di nuove tecnologie – come le proiezioni 3D – in grado di rendere ancora più coinvolgente l’esperienza visiva. La seconda, invece, si concentra sulla voce, sulla parola, dovendo far fronte con il racconto all’assenza dell’immagine; un limite, forse. Ma anche una forza, perché ci permette di riappropriarci del piacere di essere noi stessi gli inventori delle immagini da collegare alle parole che ascoltiamo, e non semplicemente gli spettatori passivi di uno scenario già pensato e realizzato per noi. Ma nonostante il loro essere due mondi all’apparenza opposti, radio e cinema hanno in realtà molto in comune, come dimostrano i numerosi film dedicati proprio alla radiofonia.

Continua a leggere →
Come scegliere le parole giuste da dire al microfono? Riscopriamo un libro fondamentale

Come scegliere le parole giuste da dire al microfono? Riscopriamo un libro fondamentale

Oggi torniamo ad occuparci di libri, e in modo particolare di un testo ormai divenuto un vero e proprio classico, e che può risultare molto utile a tutti coloro che necessitano di qualche consiglio per migliorare la propria efficacia comunicativa, specie se ci si accinge per la prima volta al mondo della conduzione radiofonica e del Public Speaking: stiamo parlando di Guida all’uso delle parole. Parlare e scrivere semplice e preciso per capire e farsi capire di Tullio De Mauro.

Continua a leggere →
Quanto conta la comunicazione non verbale? La teoria di Albert Mehrabian e i suoi critici

Quanto conta la comunicazione non verbale? La teoria di Albert Mehrabian e i suoi critici

Nei mesi scorsi, parlando delle tecniche per migliorare l’efficacia di un discorso in pubblico, ci siamo occupati dell’importanza dell’aspetto non verbale e di quello paraverbale nella comunicazione.

Oggi torniamo a parlare di questo tema. Approfondiamo le teorie di uno dei massimi teorici della comunicazione non verbale, Albert Mehrabian.

 

Le teorie di Mehrabian

Da alcuni studi condotti nel 1967 – e confluiti poi, nel 1972, nel libro Nonverbal Communication – lo psicologo statunitense Albert Mehrabian trasse la conclusione secondo cui gli aspetti non verbali (i movimenti del corpo, la postura, la gestualità, le espressioni e le microespressioni facciali) e paraverbali (tono della voce, ritmo, velocità di parlata) della comunicazione hanno una grande importanza nel veicolare i messaggi che esprimiamo ogniqualvolta ci troviamo a dialogare con uno o più interlocutori.

Questi studi sono stati, negli ultimi quarant’anni, al centro di numerose polemiche. E hanno portato a una vera e propria contrapposizione fra sostenitori e detrattori delle teorie di Mehrabian.

Gli esperimenti

Lo psicologo americano condusse due esperimenti distinti, dai quali trasse la conclusione illustrata sopra. Il primo era stato condotto insieme a Morton Wiener. Consisteva nel far leggere a uno speaker delle parole con un tono di voce incoerente col significato delle parole stesse.

In questo modo gli studiosi intendevano scoprire se fosse più importante il messaggio o il tono di voce utilizzato. A due soggetti femminili venne chiesto di leggere nove parole. Si trattava di tre parole positive, tre neutrali e tre negative. Ciascuna doveva essere letta con tre differenti tonalità (positiva, neutrale e negativa).

Le parole vennero poi registrate. A quel punto fu chiesto a 3 gruppi di 10 soggetti ciascuno di ascoltare la registrazione. E di identificare l’atteggiamento dell’oratore.

Il primo gruppo doveva prestare attenzione solo al contenuto

Continua a leggere →
Copyright © Patrick Facciolo. Riservato ogni diritto e utilizzo. Monitoriamo costantemente la rete: il nostro team di legali interviene ogniqualvolta venga a conoscenza di copie e utilizzi non autorizzati dei contenuti.