Una ricerca americana ha dimostrato l’esistenza di un legame tra le capacità di un CEO e il tono della sua voce: sarà tanto più leader e all’altezza quanto più profondo sarà il tono della sua voce.
La ricerca
Gli studiosi della Fuqua School of Business, scuola universitaria per la specializzazione in economia aziendale della Duke University a Durham nella Carolina del Nord, hanno preso in esame i campioni vocali di 792 amministratori delegati di importanti società americane incluse nell’indice dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, per determinare il tono della loro voce. Una volta ottenuto, hanno incrociato questo dato con le attività gestite dal CEO (progetti e obbiettivi raggiunti), il suo compenso e per quanto tempo aveva lavorato con l’attuale società.
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I risultati
Gli studiosi hanno certificato un collegamento diretto tra il successo lavorativo e il tono della voce: amministratori con una voce bassa e grave, per la maggior parte guidano aziende grandi o molto grandi, ottengono migliori fatturati e guadagnano di più. L’analisi ha rilevato che a una diminuzione del tono di voce di 22,1 Hertz corrisponderebbe un aumento delle dimensioni delle imprese di 440 milioni di dollari e un aumento di stipendio di 187 mila dollari l’anno.
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E le donne?
I risultati della ricerca, pubblicata anche dal giornale Evolution and Human Behavior, hanno inoltre evidenziato che gli amministratori delegati con le voci più basse mantengono il loro posto di lavoro circa 151 giorni in più degli altri.
I test si riferiscono a CEO di sesso maschile, mentre non stati effettuati studi per capire se anche in ambito femminile il tono della voce