Come comunica Alessandro Barbero? Linguaggio non verbale e gesti illustrativi
Come comunica lo storico Alessandro Barbero?
In questo video analizzo la sua comunicazione, soffermandomi sulla sua gestualità, sull’uso della voce, e in particolare sull’utilizzo dei cosiddetti gesti illustratori.
I gesti illustrativi nella comunicazione di Alessandro Barbero
Vi propongo un passaggio di Alessandro Barbero tratto da una puntata di Rebus, su Rai 3:
“La Russia ha una storia lunga mille anni, dalla conversione di Vladimiro verso l’anno 1000. Lì comincia la storia della Russia. E a quel tempo non ci sono i russi e gli ucraini, c’è un popolo unico”.
Il primo elemento che possiamo osservare durante questo passaggio è la gestualità, e in particolare l’utilizzo dei cosiddetti gesti illustratori. Lo psicologo Paul Ekman definisce gesti illustratori quelli che sottolineano le parole o integrano la sintassi del discorso. Inoltre parla di “punti interrogativi o punti esclamativi facciali”, definizione su cui torneremo più avanti.
A cosa servono questi gesti, e perché risultano efficaci nella comunicazione di Alessandro Barbero? Perché riescono ad accompagnare meglio le parole, ritmicamente. Possiamo notare, per esempio, che quando Barbero parla del passato talvolta muove le mani verso se stesso, accompagnando ancor di più, analogicamente, il senso delle sue parole.
Una delle caratteristiche del linguaggio non verbale, infatti, è proprio quella di generare un’analogia con quello verbale, ed è per questo motivo che si parla di comunicazione analogica.
Alessandro Barbero e il linguaggio paraverbale
Un altro aspetto importante nella comunicazione di Alessandro Barbero è l’uso della voce, il cosiddetto paraverbale. Per capirlo meglio vi propongo un altro estratto in cui non viene messa in evidenza la gestualità di Barbero, bensì il suo volto.
“Com’è possibile allora affermare che questo territorio si chiama Russia? Allora, Anna Simona, facciamo una premessa: che qualunque discorso su questo tema oggi è molto delicato”.
In questo caso possiamo osservare come ogni sillaba venga scandita chiaramente, dando modo all’ascoltatore di capire in maniera molto semplice di che parola si tratti, anche grazie all’enfasi che viene posta spesso sull’ultima vocale.
Questo passaggio ci mostra una rappresentazione abbastanza evidente di quei “punti esclamativi e interrogativi facciali” individuati da Paul Ekman, e a cui abbiamo accennato poco fa: come abbiamo visto, infatti, Alessandro Barbero scandisce le parole che pronuncia sillaba per sillaba, e accompagna anche col movimento del volto le singole sillabe e le singole parole che costituiscono il discorso, in un senso che potremmo definire proprio illustrativo.
Anche questa è una delle caratteristiche che rende efficace la sua comunicazione.
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