Confronto Renzi-Salvini in tv: c’è un vincitore?
Si è da poco concluso il confronto fra Matteo Renzi e Matteo Salvini a Porta a porta su Rai Uno. In questi casi è sempre difficile definire nettamente chi dei due contendenti abbia vinto, perché la vittoria, quando si parla di confronti politici, è negli occhi di guarda e non è misurabile oggettivamente. Ci sono però dei parametri più “oggettivi” che riguardano le tecniche di comunicazione e di media training che hanno utilizzato Renzi e Salvini: cerchiamo di vederle insieme.
Gli elenchi di Matteo Salvini e gli indicatori paraverbali nella comunicazione di Matteo Renzi
Cominciamo con Matteo Salvini e la strategia degli elenchi. Salvini utilizza più volte gli elenchi: l’elenco dei “no” dei Cinque Stelle, l’elenco delle professioni che vuole tutelare, l’elenco degli stati in cui si è recato, e così via.
Altro aspetto importante da sottolineare è che Matteo Salvini riesce a essere in scena anche quando non è inquadrato: sbuffa frequentemente, e con questo indicatore riesce a garantire una presenza paraverbale (legata al suono) anche quando non è in scena, e a parlare è Matteo Renzi.
Se Matteo Salvini sbuffa spesso, Matteo Renzi batte spesso le mani sul tavolo, fornendo a sua volta un altro indicatore sonoro, un rafforzativo dei concetti, un po’ come se si trattasse di una figura retorica, una specie di anafora non verbale, che però offre un incedere e una forza al discorso.
L’angolazione di profilo nel media training: è giusto o sbagliato farsi riprendere lateralmente?
Renzi guarda il pubblico in studio, appare spesso di profilo, non a favore di camera. L’angolazione di profilo nel media training non è particolarmente vantaggiosa, perché la parte espressiva del volto (bocca, occhi) sono parzialmente coperti, e quindi da casa non riusciamo a vedere un occhio e metà bocca.
Dall’altra parte la scelta di Renzi è quella di un corpo che si apre allo studio, un corpo che non è raccolto, ma che cerca il contatto con tutti.
Matteo Renzi e la “regola del tre”
Matteo Renzi rispolvera per questo confronto uno dei suoi cavalli di battaglia retorici preferiti, la cosiddetta “regola del tre”: elenchi di tre punti e non più di tre. A un certo punto dice: “Per l’italia è giusto così per tre motivi”, ed elenca i tre motivi.
Questa del tre è una regola che negli anni ha fatto sua Steve Jobs, e ha avuto un successo mondiale: con la regola del tre ha introdotto tantissime delle sue innovazioni tecnologiche durante le sue presentazioni, tanto da diventare un classico dei professionisti della comunicazione in pubblico.
Renzi-Salvini: un confronto “win-win”
Per concludere, mi sento di dire che quello tra Matteo Renzi e Matteo Salvini è stato un confronto “win win”, che rafforza entrambi i protagonisti perché li rimette al centro della scena della comunicazione.
Ma soprattutto dimostra la grande abilità di entrambi ad affrontare la tv e il pubblico con un linguaggio di impatto, studiato nei dettagli e nelle formule come abbiamo visto, un livello di accuratezza nelle scelte di comunicazione che da tempo non si vedeva nei confronti televisivi.
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