“I have a dream” compie 50 anni: storia del discorso che ha cambiato la comunicazione
Il 28 agosto del 1963 al Lincoln Memorial di Washington, Martin Luther King ha pronunciato un discorso storico contro il razzismo. Un discorso che ha toccato le coscienze di migliaia di americani.
Parole rivoluzionarie, anche dal punto di vista della comunicazione.
Su YouTube è disponibile il video del discorso sottotitolato in italiano:
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Una guida a cui ispirarsi
Martin Luther King più che un leader, era una guida. Come sostiene l’antropologo Simon Sinek, nella sua teoria del ‘Golden Circle’ of human motivation”:
Coloro che ci guidano ci ispirano. Seguiamo coloro che ci guidano non perché dobbiamo, ma perché vogliamo, li seguiamo non per loro ma per noi stessi.
Ed è quello che hanno fatto le 250mila persone presentandosi al Memorial Lincoln di Washington il 28 agosto del 1963. Nei suoi discorsi in giro per l’America King raccontava alla gente ciò in cui credeva, “I believe, I believe, I believe” e la gente che ha creduto in lui, a lui si è ispirata e ha fatto propria la sua causa, trasmettendola ad altri.
Le frasi ripetute
Questa tecnica della ripetizione di una frase significativa, è uno degli aspetti principali che emerge dal quel discorso. Frasi come “Con questa fede potremo…” o “Che la libertà riecheggi” o ancora “Adesso è il momento” vengono ripetute da King in modo deciso e ravvicinato.
Soprattutto “I have a dream”, “Io ho un sogno” è storica. Ripetuta per ben 8 volte raggiunge in modo potente le migliaia di persone presenti. Questa scelta stilistica va sotto il nome di anafora, una figura retorica molto utilizzata nelle tecniche per parlare in pubblico.
Ho approfondito il ruolo dell’anafora nei discorsi in pubblico in questo articolo, dedicato alle tecniche di comunicazione politica di Emma Bonino: https://www.parlarealmicrofono.it/emma-bonino-discorso-senato-voi-sapete-come-me/18254/
Quella parte improvvisata
L’intervento di Martin Luther King fu un intervento di diciassette minuti (in perfetto stile TED, si direbbe oggi!) di cui solo i primi sette paragrafi erano preparati. Secondo quanto racconta Clarence Benjamin Jones, amico intimo del reverendo e suo consigliere, la parte del discorso che è entrata nella storia in realtà fu improvvisata.
Lo stesso King, quello stesso anno, confidò a uno studente che decise all’improvviso di evocare l’idea del sogno, forse ispirato dalla cantante gospel Mahalia Jackson. Una cantante che si era esibita solo poco prima, e che gli aveva gridato: “raccontaci il sogno Martin”. Qui il video della sua performance della stessa giornata: https://youtu.be/t9iQUIwAgus
Il discorso di Martin Luther King al Memorial Lincoln di Washington 50 anni fa ha dato un contributo al cambiamento delle leggi e forse della mentalità americana, e certamente è stato un grande esempio di comunicazione in pubblico efficace.
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