Quanto tempo è necessario per imparare la dizione?
Spesso chi mi contatta chiede informazioni sui corsi di dizione, sulla loro finalità, durata e caratteristiche. Una delle domande più frequenti che mi viene fatta è questa: quanto tempo serve per imparare la dizione? Ne parlo ampiamente in questo video.
La questione richiede una risposta piuttosto elaborata. Cominciamo distinguendo alcune variabili importanti:
- Variabile contingente: “che” italiano parla il corsista? Quanto sono radicate nel suo modo di parlare eventuali accentazioni errate delle parole o cadenze locali?
- Variabile teleologica: qual è la finalità del corso di dizione che vuole seguire il corsista? Deve fare un corso di public speaking per parlare in pubblico? Sarà importante ragionare su temi quali cantilena, tono, e pause. Deve fare un provino per un corso di doppiaggio? In questo caso non potrà trascurare eccezioni, parole omofone e omografe, che hanno molta importanza. Vuole studiare da conduttore radiofonico? Dovrà occuparsi maggiormente di ritmo, tono, etc.
- Variabile soggettiva: ogni corsista ha una sua “intensità di preferenza” specifica rispetto alla materia che sta studiando: c’è chi subito dopo la prima lezione comincia a mettere in pratica le regole che ha imparato, chi preferisce limitarle a pochi minuti della giornata, chi dopo uno slancio iniziale perde l’entusiasmo e non ottiene risultati soddisfacenti. In un corso di dizione è fondamentale che il corsista si impegni a studiare in profondità e ad applicare le regole che ha appreso: il lavoro in aula e al microfono, da soli, non bastano.
- Variabile di contesto: nel periodo in cui un corsista segue un corso di dizione è molto importante il ruolo delle persone che lo circondano. È determinante che l’allievo sia incoraggiato a studiare, e non apostrofato per la rinnovata accentazione delle sue parole (tipico il caso di chi, non abituato a sentire pronunciare la parola “bène” con la vocale aperta cominci a chiedere: “Bèèène? Ma come parli, si dice béééne!“). Anche in questo caso bisogna: 1. che il corsista sia convinto dell’importanza del suo lavoro in vista della finalità (variabile teleologica); 2. che le persone che gli stanno più vicino lo incitino a continuare, e non lo demotivino; 3. che il corsista stesso non si faccia demotivare dal contesto che lo circonda, e anzi capisca che spesso il pregiudizio che gli sta intorno deriva da semplice ironia e scarsa conoscenza della materia.
Date queste premesse, nei miei corsi ho stimato che, quando si è in presenza di molto impegno e studio da parte del corsista, il tempo medio per l’apprendimento delle regole della dizione e per il loro utilizzo fluente oscilla tra i 6 e i 18 mesi. Questo non vuol dire che un corso di dizione debba durare necessariamente così tanto tempo, ma che una volta esaurito l’impianto teorico durante le lezioni, è necessario che il corsista continui a praticarla per renderla uno strumento agevole e di uso più immediato.
Qual è l’obiettivo finale di un corso di dizione? Cosa si intende per utilizzo fluente?
L’obiettivo finale di un corso non è quello di parlare sempre e comunque in dizione, semmai è raggiungere un livello di preparazione tale da saper distinguere i contesti, che consenta di “accendere l’interruttore“ della dizione in tutte le situazioni che potrebbero richiederlo (discorsi in pubblico, letture, conduzione radiofonica, doppiaggio, etc.). Come dico spesso durante i miei workshop formativi, ultimamente è malinteso il senso della parola dizione: non stiamo parlando di un blocco monolitico di regole opprimenti da imparare a memoria e valide in qualsiasi contesto, ma di uno strumento fluido (che cambia, come ci insegnano i recenti aggiornamenti del DOP), tenendo davanti a noi un unico obiettivo: l’efficacia della comunicazione.
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Dott. Patrick Facciolo
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