Quale futuro per i mediatori civili dopo la sentenza della Corte Costituzionale?
Nelle scorse settimane, in un precedente post, abbiamo parlato sul nostro blog della figura del mediatore civile e commerciale. Ebbene, il 24 ottobre 2012, attraverso un comunicato stampa, “la Corte Costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale, per eccesso di delega legislativa, del decreto legislativo 4 marzo 2010, n.28, nella parte in cui ha previsto il carattere obbligatorio della mediazione” (grassetto nostro). Il governo, quindi, avrebbe ecceduto i termini posti dalla sua azione legislativa, rendendo obbligatoria la conciliazione che, in realtà, non avrebbe dovuto essere tale.
Sembrerebbe così cadere uno dei fondamenti della riforma della giustizia che voleva ridurre il carico dei processi civili. Il problema della valutazione della legittimità si era reso necessario dopo i ricorsi amministrativi che erano stati presentati da alcune associazioni dell’Avvocatura che ritenevano “l’obbligatorietà della mediazione un meccanismo perverso”. Proprio in questi giorni, il Consiglio Nazionale Forense scrive che “è inopportuno reintrodurre la medesima soluzione normativa per quanto riguarda le controversie commerciali e civili“.
L’appello di ADR Center
Dal canto suo, ADR Center (organismo di mediazione e arbitrato che si occupa della risoluzione definitiva delle liti civili e commerciali complesse) ha inviato una lettera aperta al Ministro Severino, nella quale richiede di valutare un intervento legislativo per reintrodurre il meccanismo della condizione di procedibilità.
Con lo stesso obiettivo (ovvero ripristinare la mediazione obbiligatoria in ambito di: condominio, diritti reali, successioni ereditarie, locazione, comodato, affitto di aziende, contratti assicurativi e bancari, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità) sono stati presentati emendamenti sia dall’On. Stefano De Lillo (PDL), sia dall’ On. Roberto Occhiuto (UDC).
Quale futuro per i mediatori civili?
A oggi, gli organismi di mediazione iscritti al registro del Ministero della Giustizia sono 948, gli enti formatori accreditati 365 ed i mediatori abilitati circa 40 mila. L’effetto della sentenza, quindi, potrebbe essere quello di una riduzione drastica del loro lavoro, non essendo più il procedimento di mediazione condizione di procedibilità per successive azioni legali.
In attesa delle motivazioni e delle eventuali modifiche della legge, lasciamo la parola ad alcuni dati: in un anno le persone iscritte ad una mediazione sono state 91.690, di cui il 35% è comparso davanti al mediatore (il 65% non si è presentato al tentativo di conciliazione), tra questi il 48% ha raggiunto un accordo. Valore medio della lite: 118.299 euro.
In altri termini circa 15.400 persone non hanno avuto necessità di comparire davanti al giudice (Fonte: rilevazione statistica del Ministero della giustizia aggiornata a fine marzo 2012).
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