Sguardi e mascherine: quella persona mi starà sorridendo?
Le persone che indossano la mascherina talvolta ci sembrano più serie e severe del solito. E c’è un perché.
Diversi studi psicologici hanno catalogato nel corso dei decenni vari tipi di sorrisi: non mi interessa qui ragionare sul loro significato (tema molto controverso), ma su quelli che non prevedono un coinvolgimento diretto degli occhi.
Tra questi, individuati da Paul Ekman:
1. SORRISO DI COORDINAZIONE: sorriso lieve, solitamente asimmetrico, che non coinvolge i muscoli orbicolari degli occhi;
2. SORRISO DI RISPOSTA DELL’ASCOLTATORE: si tratta di un particolare sorriso di coordinazione, che ci fa capire che l’altro ha capito quello che gli stiamo dicendo.
Questi sorrisi hanno una funzione sociale importante. Quando guardiamo qualcuno che indossa la mascherina, non riusciamo a decifrare queste diverse modalità di sorriderci, poiché non coinvolgono a sufficienza i muscoli orbicolari degli occhi.
È importante quindi uno sforzo di consapevolezza per capire che non è per forza l’altra persona a essere seria o severa nei nostri confronti, ma siamo noi che non riusciamo a decodificare il tipo di messaggio che ci sta mandando.
Semplicemente perché ha la bocca e il naso coperti.
Nel parlo in questo video, aggiungendo alcune riflessioni sulla distinzione tra osservazione e interpretazione dei messaggi dei nostri interlocutori, e sull’importanza della mindfulness (consapevolezza) per riconoscere meglio i nostri pensieri e le nostre emozioni.
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