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Quando parliamo in pubblico è giusto dire “non vi ruberò molto tempo”?

Quando parliamo in pubblico è giusto dire “non vi ruberò molto tempo”?

Quando iniziamo un discorso in pubblico spesso ci capita di esordire con la formula “non vi ruberò molto tempo”. Evochiamo cioè l’idea di rubare del tempo, per poi negarla.

Alcuni anni fa il linguista George Lakoff nel suo “Non pensare all’elefante” aveva proposto un paradosso simile: è impossibile non pensare intenzionalmente a un elefante, perché dobbiamo crearci necessariamente un’immagine mentale di questo animale, per poi negarla.

Fatte queste considerazioni legate al mondo della linguistica e della psicologia, nel video di oggi ci tengo a proporvi una riflessione critica su questo tema. Nel momento in cui scegliamo di rinunciare a una frase come “non vi ruberò molto tempo” (quando in realtà sentiamo che invece è giusto dirla), siamo certi di rispettare la nostra reale intenzione comunicativa?

Se infatti sentiamo che è necessario far passare il messaggio che parlando troppo rubiamo del tempo a chi ci ascolta, perché rinunciare a una frase, solo perché ci è stato detto sui manuali? Quanto ne risentirebbe l’autenticità della nostra comunicazione? Staremmo rispettando la nostra verità soggettiva?

Questa e altre considerazioni nel mio video di oggi.

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Crea immagini con le parole e fatti capire da tutti

Crea immagini con le parole e fatti capire da tutti

Crea immagini con le paroleQuesta settimana ho deciso di tornare a parlarti del mio primo libro, “Crea immagini con le parole” (pubblicato nel 2013). Sono già passati diversi anni, e secondo me resta ancora oggi un testo di grande attualità. Un testo che potrebbe aiutarti a creare contenuti d’impatto per i tuoi discorsi in pubblico.

Questo libro è nato direttamente dalla mia esperienza di speaker radiofonico, in cui ho sempre avuto soltanto le mie parole per raccontare storie che fossero comunque “visibili” dal pubblico.

Anziché concentrarmi sui soliti cliché legati allo studio dei gesti, nel libro ho analizzato le possibilità offerte dalle nostre stesse parole, e ho proposto un metodo innovativo per la creazione di contenuti, si tratti di comunicazione aziendale, in pubblico o sui media. Se sei curioso, ti consiglio di ascoltare questa puntata del podcast: ne ho parlato a lungo 🙂

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Creare immagini con le parole: online il video del workshop con Patrick Facciolo e Paolo Audino

Creare immagini con le parole: online il video del workshop con Patrick Facciolo e Paolo Audino

858945_523514094411323_1746806392_oContinua la pubblicazione periodica dei video tratti dal Festival del linguaggio 2013. Questo mese è il turno di Paolo Audino, autore e compositore, intervistato da Patrick Facciolo a ottobre 2013 sul tema della creazione di immagini con le parole nel mondo della comunicazione.

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Parlare per immagini: scopri il libro di Patrick Facciolo

Parlare per immagini: scopri il libro di Patrick Facciolo

883789_521380641291335_386591792_oQuando si parla in pubblico, avere più contenuti a disposizione non sempre corrisponde a essere più efficaci. Una volta individuate le cose da comunicare, il problema è scegliere le parole giuste per dirle.

Nel libro Crea immagini con le parole, uscito lo scorso ottobre in occasione del Festival del linguaggio 2013, Patrick Facciolo scrive che creare immagini con le parole è uno strumento interessante per “far ‘vedere’ qualcosa in condivisione con il pubblico, anche in assenza di supporti visivi”.

 

L’approccio dei conduttori radiotelevisivi

Nel suo libro, Facciolo sottolinea come sui media radiotelevisivi (soprattutto nei contesti radiofonici, dove non è possibile trasmettere immagini) si faccia spesso leva su un linguaggio che costruisce immagini attraverso le parole. Si parte da una scelta consapevole di un lessico concreto. Riferito per quanto possibile a oggetti reali della quotidianità, a svantaggio di formule astratte e di difficile comprensione.

 

L’importanza delle parole e la tesi sostenuta da Facciolo

Una testimonianza dell’efficacia delle parole concrete rispetto alle astratte ci arriva da studi del passato, raccontati nel libro. In particolare, negli anni Sessanta si è cercato di scoprire se sia più facile ricordare parole astratte o parole concrete. Già all’epoca, i risultati avevano evidenziato che le parole concrete vengono ricordate più facilmente di quelle astratte.

Sebbene ogni ricerca abbia le sue specificità e le sue caratteristiche (e che non sempre sia possibile estendere le conclusioni ad ambiti diversi da quelli dello studio), questi lavori, secondo Patrick Facciolo, possono rafforzarci nella convinzione che anche nei contesti di comunicazione in pubblico usare parole concrete possa aiutarci a comunicare meglio. La tesi che sostiene Facciolo nel libro risulta quindi molto suggestiva, estendendosi in modo creativo ai linguaggi della comunicazione sui media e al public speakingimage3

 

L’importanza dello storytelling

Se ti

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