Il discorso di Renzo Piano per il nuovo ponte di Genova: la video analisi di Patrick Facciolo
Recentemente l’architetto Renzo Piano ci ha insegnato come si fa un discorso perfetto. Sguardo rivolto verso il pubblico, nessun foglio prestampato davanti a sé. Solo riflessioni chiare, e le emozioni del momento.
Dopo un momento iniziale di storytelling (di narrazione) sulla storia del nuovo ponte di Genova, ha saputo usare le parole con grande sapienza (un ponte “costruito con rapidità, ma senza fretta”).
Ha fatto uso di similitudini (“un ponte che sia come una nave”) senza ricadere in troppe metafore, e ha coinvolto il pubblico (“c’è una cosa che voglio dirvi”).
Ha usato parole semplici e chiare (“È stato il più bel cantiere che ho avuto in vita mia”, “il Paese ha mostrato la parte buona”, e ancora: “costruire è una bellissima cosa”).
Ma soprattutto ha usato parole ad alto valore d’immagine, che creano immagini mentali efficaci: “I muri non bisognerebbe costruirli, quelli no, però i ponti bisognerebbe costruirli, farne tanti”. E ancora: “Questo ponte è stato costruito in acciaio, ma è stato forgiato nel vento”.
Per poi chiudere con un invito all’azione finale: “Auguro a questo ponte di essere amato, mi auguro che sia adottato dalla gente”.
Un “ponte che è semplice e forte”, ha detto Renzo Piano.
Così come è stato semplice e forte il suo discorso. In 6 minuti e 42 secondi.
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