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Come parlare in pubblico: le metafore e il presente storico

Come parlare in pubblico: le metafore e il presente storico

Da anni vi racconto quanto è importante parlare in pubblico in modo chiaro, creando immagini con le parole e preferendo parole concrete, ad alto valore d’immagine, che si riferiscono a oggetti concreti della realtà.

Perché ve lo raccomando spesso? Perché più riusciamo a essere lineari nella nostra comunicazione, meno affaticheremo il nostro pubblico. E non si tratta solo dei livelli di scolarizzazione, e di quanto le persone hanno studiato e possono fare fatica a decodificare il nostro messaggio. Si tratta dello sforzo cognitivo e di attenzione che chiediamo a chi ci ascolta.

Usare le metafore nei discorsi in pubblico? Sì, ma con moderazione

Questo è anche il motivo per cui vi ho sempre raccomandato di fare attenzione alle metafore. Le metafore, benché siano anch’esse ad alto valore d’immagine, sono “un altro modo per dire le cose”: giusto alcuni giorni fa vi facevo l’esempio della frase “Fuori da questa sala piove, ma qui dentro splende il sole”, e vi facevo notare quanta attenzione e impegno cognitivo ci vogliono per capire il significato reale di questa frase, se non ci è chiaro il contesto.

Una volta d’accordo sul fatto che le metafore possono rendere talvolta meno immediata la nostra comunicazione, resta una domanda: ci può capitare di usare delle metafore difficili da decodificare, anche quando non ce ne rendiamo conto?

La risposta è sì, e una di queste situazioni si verifica quando in un discorso in pubblico utilizziamo il “presente storico”.

Che cos’è il presente storico?

Il presente storico è un tempo verbale che utilizziamo al presente all’interno di una frase, quando in realtà ci stiamo riferendo al passato. Facciamo un esempio concreto di una frase che potremmo dire usando il presente storico. Cominciamo dicendo:

Eravamo nel 1980. Lui arriva lì, e a un

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Giuseppe Conte e “l’insidiosa idea di leadership” di Matteo Salvini

Giuseppe Conte e “l’insidiosa idea di leadership” di Matteo Salvini

Quando parliamo in modo astratto, è difficile che le persone ci capiscano. Come ho raccontato molte volte sui miei libri e nei miei podcast, le formule a basso valore d’immagine non favoriscono la comprensione da parte del pubblico: sono troppo generiche, e richiedono uno sforzo cognitivo e di decodifica importante.

In un’era di scarsità dell’attenzione come questa, si tratta di una richiesta davvero grande da fare al nostro pubblico.

La frase di Giuseppe Conte per cui “l’idea di leadership di Salvini è insidiosa” dal mio punto di vista, ne è un esempio: le parole “idea”, “leadership”, “insidioso”, sono esempi tipici di parole a basso valore d’immagine. Evocano concetti astratti (in particolare “idea di leadership”), e non immagini o azioni concrete facilmente decodificabili.

Ognuna di queste parole va riempita con significati che per ciascuno di noi possono essere diversi. E il rischio che dentro una frase semanticamente vasta come questa finiamo per non vederci nulla, è alto.

Una soluzione? Il comunicatore può spiegare attraverso degli esempi concreti (ad alto valore d’immagine) che cosa intenda per idea di leadership, e perché dal suo punto di vista è insidiosa, per rendere più chiaro il suo messaggio.

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Parlare in pubblico: come comunica Giorgia Meloni

Parlare in pubblico: come comunica Giorgia Meloni

La settimana scorsa, il 19 ottobre, si è svolta a Roma in Piazza San Giovanni la manifestazione della Lega, a cui hanno partecipato i leader del centrodestra, tra cui Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

Diversi quotidiani hanno sottolineato un passaggio del suo discorso, relativo alla proposta di limitare per legge l’utilizzo del contante:

«Adesso hanno messo il tetto al contante, e dobbiamo pagare col bancomat. Fra un po’ andremo al bancomat a prelevare i nostri soldi, e il bancomat ci chiederà: “Perché vuoi 100 Euro, che ci devi fare?”. Ma fatti gli affari tuoi “che ci devo fare”, sono soldi miei, guardone!»

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Parlare ad alto valore d’immagine: il linguaggio di Barack Obama

Parlare ad alto valore d’immagine: il linguaggio di Barack Obama

Ci sono politici che nella loro comunicazione usano spesso concetti astratti, negazioni frequenti e forme impersonali, dicendo cose del tipo: “gli investimenti militari non sono stati ridotti, sono gli avanzamenti tecnologici a permetterci ampie riduzioni di spesa”.

Al contrario, in questo video vi racconto come durante la campagna presidenziale del 2012, Barack Obama sia riuscito a esprimere questi stessi concetti in maniera più efficace, parlando per immagini: invece di concetti astratti, ha usato parole che si riferivano a oggetti concreti della realtà (“cavalli” e “baionette”), evitando l’uso di negazioni, e creando un’immagine molto nitida negli ascoltatori.

Limitandosi a creare immagini con le parole, è riuscito a replicare con successo alle affermazioni di Mitt Romney, suo competitor repubblicano in quella tornata elettorale, per poi vincere quelle stesse elezioni poco tempo dopo.

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