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Come affrontare un colloquio di lavoro: i consigli del dottore in tecniche psicologiche

Come affrontare un colloquio di lavoro: i consigli del dottore in tecniche psicologiche

Come affrontare un colloquio di lavoro? Dalla lettera di presentazione al linguaggio del corpo, dal curriculum vitae ai punti di debolezza e di forza. Sono solo alcuni degli elementi base del colloquio, una delle situazioni che può metterti alla prova nel momento in cui stai cercando un nuovo posto di lavoro.

 

Superare i luoghi comuni su cosa dire ad un colloquio di lavoro

Sei lì in sala d’attesa, vestito elegante come solo per le occasioni importanti. Ti aprono la porta, ti fanno accomodare, e ti ritrovi davanti al selezionatore.

È a quel punto che ti tornano in mente tutte le domande più frequenti. Ti torna in mente quel consiglio, quel suggerimento: “Mi raccomando, quando fai un colloquio di lavoro, la stretta di mano dev’essere calorosa!”.

E ancora: “Devi fare una buona impressione, una buona prima impressione, è fondamentale! Devi essere efficace e valorizzare i tuoi punti di forza“.

E poi tutte quelle cose che hai sentito dire su come presentare te stesso, sulle capacità di problem solving, sul “dimmi un tuo pregio e un tuo difetto”. Ecco, in questo video cerco di ripercorrere situazioni del genere. Per sfatare alcuni luoghi comuni diffusi sui colloqui di lavoro.

Perché ancora una volta si tratta di Public Speaking, di arte di parlare in pubblico.

Ma siamo davvero sicuri che di fronte a un selezionatore sia così importante la forma? Prenditi del tempo per rispondere a questa domanda. Bene, se ti sei preso del tempo e ci hai pensato un attimo, la risposta potrebbe non essere così scontata.

Perché se è vero che gli aspetti paraverbali (tono e volume di voce) e non verbali (atteggiamenti, gesti, posture) hanno una loro importanza, in un colloquio di lavoro può fare la differenza ricordare che abbiamo a che fare con

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Perché ho scelto di diventare Dottore in tecniche psicologiche

Perché ho scelto di diventare Dottore in tecniche psicologiche

Oggi è una delle giornate più importanti della mia vita. Da poche ore mi è stata notificata ufficialmente l’iscrizione alla sezione B dell’Albo degli Psicologi della Lombardia, con la qualifica di “Dottore in tecniche psicologiche per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro”.

In questo video di un minuto e mezzo voglio raccontarvi perché è importante per il mio ruolo di formatore sui temi del Public Speaking, e condividere con voi tutte le mie emozioni, perché sono incontenibili. E oggi, davvero, meritano di esserlo.

 

© Patrick Facciolo – Riservato ogni diritto e utilizzo, vietata la riproduzione.

 

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Quella voce interna che usiamo senza parlare

Quella voce interna che usiamo senza parlare

Cari amici di Parlarealmicrofono.it,

ogni volta che leggete un libro oppure parlate a voi stessi, avrete probabilmente la sensazione di emettere nella vostra testa una sorta di “voce”, anche se dalla vostra bocca non esce alcun suono. Si tratta di una funzione che il nostro cervello ha sempre avuto, ma che la scienza non era ancora riuscita a dimostrare. Per citare una app tanto di moda tra i fan di Apple, una sorta di “Siri primordiale”. Ma come funziona questa piccola “voce” interna?

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Si può misurare l’intelligenza umana? Ecco come si calcola il QI

Si può misurare l’intelligenza umana? Ecco come si calcola il QI



Abbiamo sentito parlare tante volte di QI, ma raramente ci siamo chiesti che cos’è e come si misura.  Il quoziente intellettivo è il risultato, il  punteggio, che si ottiene da un test standardizzato volto a misurare l’intelligenza.

I primi test vennero impostati da Binet, psicologo francese, nel 1905, con lo scopo di identificare gli studenti che avevano bisogno di aiuto e supporto in ambito scolatistico e fornire, di conseguenza, un aiuto personalizzato.

Questo test è stato più volte modificato. Simon, collaboratore di Binet, cambiò la scala di valutazione, arrivando ad un test che misurava l’età mentale del bambino, in modo tale per cui un bambino di 7 anni che risolvesse i problemi che in media risolvevano i bambini di 7 anni, ottenesse un punteggio di 7.

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